Intervista all’Artista di Teresa Averta

Tonino Gaudioso scultore calabrese -classe ’81- originario di Zungri, un piccolo e grazioso borgo nella provincia di Vibo Valentia, mi accoglie nel suo laboratorio – atelier in un freddo e piovoso pomeriggio di metà marzo, circondato da statue e sculture di ogni forma e materia che esprimono la filosofia intrinseca del suo pensiero artistico.
Ci sediamo intorno a un grande tavolo pieno di appunti e bozze di disegno per opere che un giorno, da un foglio bianco di quaderno, prenderanno vita, e tra un caffè caldo e un simpatico aneddoto, passa in rassegna tutta la sua storia artistica, a partire da quando frequentava l’Istituto d’Arte di Vibo Valentia, precisamente il corso di restauro legno “Progetto Michelangelo”.
Mi racconta che decide poi, di proseguire verso questa strada e per questo lascia la sua terra, per frequentare l’Accademia di Brera di Milano.
Dopo l’esperienza di studio e di perfezionamento a Milano, che gli ha permesso di acquisire competenze nella sua disciplina e arricchirsi culturalmente, Gaudioso fa ritorno nella sua bella Calabria, e decide di aprire un suo personale laboratorio artistico che gli porterà tante gioie e soddisfazioni, tanto che la sua passione per l’arte, si è trasformata oggi, nel suo amato lavoro.
La sua carriera si sviluppa e si arricchisce sempre di più, con svariate commissioni, in Calabria, in Italia e anche all’Estero.
Una sua magnifica opera raffigurante la Madonna del Carmelo, si trova a Brisbane, in Australia.
Continuo a parlare con lui e mi sembra di conoscerlo da sempre, questo giovane scultore: semplice, profondo e senza grilli per la testa.

Umile e caparbio nelle decisioni che ritiene giuste per la sua vita.

Decide di farsi erede di questa disciplina tradizionale: la scultura.
Vuole insomma trovare nella profondità della sua tradizione i significati metafisici della vita.
L’arte e l’artigianato come sintesi di una maniera sacra di dare forma all’anima: un concetto che anche noi, in Italia, ben conosciamo fin dall’antichità.
L’intelligenza e la straordinaria portata dell’arte di Gaudioso hanno un centro semplice e grandioso: la materia come espressione di una fede interiore nella vita, l’oggetto come segmento dell’esistente, come forma microcosmica nel macrocosmo.
Direi un punto di Luce, luce vera nell’infinito, che si proietta e rimanda al divino. Guardando estasiata le opere del maestro Gaudioso, noto che esiste una filosofia, dietro ai percorsi della materia, di quelle statue, di quelle forme, che riassume lo stile orientale, di considerare il mondo, un essere vivente, che sceglie esso stesso le forme attraverso cui manifestarsi: l’artista è solo il medium, è il traduttore dell’Anima mundi in un oggetto, magari umile, semplice, così come nell’umiltà e nella semplicità di un gesto, di un dettaglio, di un piccolo e minuto frammento.
La religiosità e la fede, oltre alla passione e precisione che contraddistinguono Gaudioso non solo come uomo ma anche come artista sono elementi importanti che si traducono nelle sue opere per far rivivere la meravigliosa potenza della vita.
Quella di Gaudioso è una scuola che insegna a vivere la vita come suprema disciplina della volontà: «Vivere ogni momento con un massimo di forza».
Raro uomo della tradizione, raro giovane che riesce a trasmettere valori alti e positivi a tutti noi debosciati occidentali, colpiti a morte dal virus cosmopolita sparso dal liberalismo apolide, questo artista proveniente dai mondi dell’onore e della fedeltà fornisce una formidabile lezione, nel momento in cui, parlando della sua opera come “arte invisibile”, ne riassume i valori che la animano: «Fede, anima, passione, pazienza, volontà». La vita svanisce, ma l’arte no.
L’arte è un monumentum aere perennius -scriveva Orazio-.
Le opere sono un prolungamento dell’artista dal quale si distaccano senza dolore, senza dispiacere, perché ciò che lo appaga è viverle mentre la materia si plasma nella forma del pensiero che continuerà a viaggiare nel tempo.
Sarebbe un vero piacere, per tutto il popolo calabrese e non, che le produzioni di questo giovane artista animato da passione e singolare carisma fossero ammirate ovunque in Italia e nel mondo. Opere che sanno trasmettere emozioni all’animo umano.
Opere che lasciano un segno di fede, pace e speranza.
Per l’artista calabrese Tonino, scolpire è dare forma alla bellezza più intima della materia, una bellezza, che lui riesce a intuire e a intravedere aldilà dell’apparenza.
Ogni grande opera d’arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l’eternità.
Mi saluta affettuosamente dicendo che: “L’arte non avrà mai fine finché l’uomo, incontrando la materia che gli sta intorno, o creandosene di nuova, con il suo animo intelligente e creativo, sempre teso alla perfezione, saprà trasmettere al mondo con la sua manualità, la sua fantasia, la sua sublime arte, le forme del proprio pensiero”.
Ed io mi allontano… lasciandolo, in silenzio, sfogliare le pagine segnate dal tempo di un album di ricordi.
Teresa Averta 08/03/2018
Grazie di cuore Maestro Tonino Gaudioso!!!

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